IL SUO SPAZIO È L'INTERVALLO

IL SUO SPAZIO È L'INTERVALLO

una lecture performance di DEHORS/AUDELA
di e con Salvatore Insana, Elisa Turco Liveri
azione scenica Elisa Turco Liveri
video, suono Salvatore Insana
con il sostegno di FlorianMetateatro, Dracma, Festival Teatri di Vetro
foto di scena Margherita Masè



APORIE. Il luogo delle passioni è l'interruzione, il suo spazio è l'intervallo e all'interno di esso l'evento è procrastinato e diviene quanto meno incerto. Arresto improvviso tra due movimenti. Ci si installa tra gli spazi di indecisione e quel che sopravvive ai ritagli, nel ritaglio, generando immagini cariche di tempo fin quasi a scoppiare.

A partire da una riflessione sulla condizione psico-fisica dell'esitazione, dal 2019 portiamo avanti una ricerca che interroga il processo compositivo di corpi in movimento. Nel tentativo di ripercorre la traiettoria di un percorso creativo frastagliato, dilatato e costantemente immerso nella precarietà fluida che ci sostanzia e che non vede punti d'arrivo, ma si articola in svolte, concrezioni, riduzioni, adattamenti e ricollocazioni, decidiamo di affidarci alla catalogazione. Presentiamo un glossario espanso, un archivio di materiali eterogenei: immagini, parole, suoni, pratiche, oggetti. Un dispositivo aperto, che riconsegni i nuclei di pensiero e azione che si sono articolati in questi anni, svincolati dal fine compositivo, reimmettendo tracce e relitti in un nuovo contesto. Hanno collaborato al processo creativo di questi anni: Alessia Damiani, Chiara Marolla, Alice Ruggero, Andrea Sassoli, Cecilia Ventriglia.

Dalle profondità di un archivio di materiali promiscui, il collettivo DEHORS/AUDELA ne interroga l'accessibilità iconografica attraverso una traduzione e conversazione scenica orizzontale, multimediale e simultanea, che ne possa consentire una fruizione convergente al dettaglio, all'ultrasottile.

La grazia del gesto-pensiero dei lavori squadernati di DEHORS/AUDELA, si esprime in traduzioni sincopate e ipermediali, trovando nel vortice giocoso che va dall’esubero visivo al moto letterale, l’occasione di un realismo scenico post-veritativo oscillante tra “mh” e “mh”.