DETERIORATE
(in progress)
a DEHORS/AUDELA project
concept Salvatore Insana, Elisa Turco Liveri
with Elisa Turco Liveri, Chiara Marolla
images, sounds Salvatore Insana
co-production Florian Metateatro, Teatri di Vetro Festival
with the support of Atcl/ Spazio Rossellini, C32 performing art workspace, Archivio fotografico Totò Musolino
Fotografie deteriorate da corrosioni che rimodellano le figure. Una continua metamorfosi. Un magma corrosivo che esclude alcuni elementi, interroga l'ordine degli oggetti all'interno dell'immagine, agendo lentamente nel tempo. Reazioni chimiche in dialogo con le ambiguità del passato.
Deteriorate nasce da una approfondita esplorazione dell'archivio del fotografo calabrese Totò Musolino: tra gli oltre 500 mila negativi presenti, abbiamo selezionato alcune immagini che, per deterioramento e cattivo stato di conservazione, hanno perso alcuni elementi all'interno dell'immagine.
La storia (mancata) di due di noi, di due tra noi, una storia collettiva, connettiva. Una saga familiare frutto di una decomposizione felice, frutto di un ossessivo comporre/scomporre/ricomporre.
Tornare ad essere al centro dell'universo del possibile. Il lusso del perdere la testa, perdere l'identità per corrosione, ti restituisce un futuro e ti riporta in uno stato eternamente nascente, quello del poter essere tutto e niente, nella dimensione generativa del reinventare tramite gli enigmi della memoria, le mancanze, i buchi.
La lotta tra l'accadere e l'accaduto è un percorso irreversibile? Se c'è qualcosa che resta, è forse proprio e solo ciò che non torna.
Deteriorate nasce da una approfondita esplorazione dell'archivio del fotografo calabrese Totò Musolino: tra gli oltre 500mila negativi presenti all'interno del suo studio, abbiamo selezionato alcune foto che, per deterioramento e cattivo stato di conservazione, hanno perso alcuni elementi all'interno dell'immagine, tratti somatici o parte della scena ritratta.
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Photographs deteriorated by corrosions that reshape figures. A continuous metamorphosis. A corrosive magma that excludes some elements, questions the order of objects within the image, acting slowly over time. Chemical reactions in dialogue with the ambiguities of the past.
The (missed) story of two of us, of two among us, a collective, connective story. A family saga fruit of happy decomposition, fruit of obsessive composing/disassembling/recomposing.
Returning to be at the center of the universe of the possible. The luxury of losing your mind, losing your identity through corrosion, restores you to a future and brings you back to an eternally nascent state, that of being able to be everything and nothing, in the generative dimension of reinventing through the enigmas of memory, the missing, the holes.
Is the struggle between what happens and what has happened an irreversible path? If anything remains, it is perhaps precisely and only that which does not return.