Land(e)scapes,
di Salvatore
Insana
Si tratta di una performance audiovisiva con la partecipazione di Elisa Turco Liveri. Un viaggio profondo di immagini volte a scavare l’animo umano; uno sguardo che scruta da lontano, cercando di coglierne ogni piccola sfumatura. Il paesaggio diventa allora una metafora della condizione dell’uomo, del suo rapporto nei confronti della vita e dell’altro; lo smarrimento, l’impotenza, la ricerca di risposte e di stabilità, l’inquietudine nei confronti di ciò che non si conosce, di chi non si conosce.
Fa
da eco una voce confusa, che diventa quasi un tutt’uno con le
immagini, esaltandone il pathos. Simbolicamente l’inizio e la fine
del viaggio vengono scandite dall’immagine quasi surreale di
un’ombra che apre e chiude una porta, a dimostrare che grazie
all’esterno, a qualcosa che ci tocca e di cui non sempre riusciamo
a comprendere l’entità, può avere inizio una vera e propria
riflessione su di sé.
Giovanna Melis
Nelle
pieghe. Il coraggio di un gesto simile. (Studio n.0)
di
Salvatore
Insana ed Elisa Turco Liveri
Un progetto di ricerca di Dehors/Audela che innesta un linguaggio sull’altro, dal cinema, alla fotografia, al teatro, porta ad una sintesi visiva che inizialmente appare come una tela di Magritte. Una donna imprigionata da un lenzuolo bianco. Si cerca di allisciare le pieghe, di rendere uniforme ciò è ruvido per natura.
Dalle
suggestioni de L’uomo
dei cinque palloni di
Marco Ferreri prende vita una performance che coinvolge soprattutto
l’occhio in un’ossessione per l’appianamento delle asperità.
Il bianco candido va steso al massimo della sua tensione per poter,
finalmente, maneggiare un magico strumento a vapore che renderà
tutto perfetto, forse più semplice.